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Delle “riproduzioni fedeli” Featured

“Oggi chiamano astrologi se’ stessi, i pasticcioni di numerologia” 

Con questa frase tratta da un testo di Ivano Fossati vorrei aprire un articolo nato da una riflessione che avevo da tempo in testa ed esplosa per un caso specifico avvenuto nei giorni scorsi.

Girovagando in Internet mi sono imbattuto in un annuncio di vendita di uno strumento autocostruito e spacciato come “di liuteria”. Una Telecaster spacciata come “fedele replica” della Telecaster del 1952… 

 

Le parole sono importanti, e ritengo che sia una truffa definire “di liuteria” un prodotto fatto da un dilettante e non da un professionista magari diplomato o che sia stato ‘a bottega’ da un vero artigiano o meglio artista della creazione dello strumento, la chitarra oggetto dell’annuncio era la perfetta espressione di una moda “vintage” più nelle parole che nei fatti. 

Lo strumento era infatti una fedele riproduzione, se si esclude scelta dei legni (baseball bat ash invece del swamp ash), pickup (che senso hanno dei Fender Texas Special in una Tele ’52? Hanno meno senso di me in un campo di pallavolo!), circuito (moderno), finitura (naturale, assolutamente non prevista nel 1952 da Fender. Non ho notizie di Tele con finitura naturale in quell’anno), Cappello del selettore dei pickup (ha scelto quello usato dal 1955 in poi), cappelli dei potenziometri (ha scelto quelli di meta’ anni settanta), abbassacorde, posizionamento degli abbassacorde e viti. A parte questi trascurabili dettagli, probabilmente la riproduzione era effettivamente fedele… con un grado di fedeltà pari probabilmente a quello di Mastella e dei Radicali. A dire il vero non me ne stupisco, visto che quando ho provato a segnalare i “leggeri” errori, ha insultato mettendomi in bocca frasi mai dette. Forse questo, a pensarci bene, spiega molte cose.

Purtroppo questo non e’ un caso isolato, e la cosa peggiore è che tale pratica è di uso comune anche presso blasonati costruttori e alle volte viene fatta propria anche da stimati professionisti.

Il caso più eclatante è quello di Fender, che negli ultimi anni ha proposto reissue di strumenti mai esistiti oppure ne ha fatto riproduzioni molto discostanti dallo strumento originale, sia come scelta dei componenti che come finiture. Prodotti belli, ma che spesso con il soggetto originale hanno poco a che spartire. Personalmente trovo questa pratica negativa, perché fa passare strumenti con caratteristiche moderne per ciò che non sono e frustrante per chi invece, animato da una sincera passione e da una fame di capire e conoscere, intraprende un vero percorso di studio e di ricerca. 

Fender in questi anni si è veramente sbizzarrita in questo, producendo un sacco di strumenti fedeli forse solo in foto. Non che gli altri abbiano fatto meglio, ma la casa fondata dal mai abbastanza amato e compianto Leo ci ha veramente messo del suo per ampliare l'offerta in maniera 'fantasiosa'.

La riproduzione fedele non sempre è la soluzione migliore: nel tempo sono uscite migliorie e idee che hanno superato i limiti ed i difetti degli strumenti originali. Il circuito originale della Broadcaster, per esempio, era molto particolare ed aveva sfumature interessanti, ma era molto meno usabile rispetto a quello moderno. Il ponte della JazzMaster è orribile e si consiglia normalmente di sostituirlo con quello della Mustang. Una riproduzione perfetta di una Stratocaster degli anni cinquanta prevederebbe pickup tutti in fase e switch a tre vie, togliendo quindi quelle posizioni intermedie che sono il bello di questa chitarra. Non è un reato prendere il buono di soluzioni successive che rendono lo strumento migliore. Quello che secondo me non va è il millantare una fedeltà all'originale in presenza di queste modifiche.

Ognuno è libero di fare quello che gli pare, finché non si incorre in un reato. Ognuno è libero di definire per questioni di marketing o di ‘appeal’ i propri prodotti come meglio crede, ma questo non toglie che definire ‘fedele riproduzione’ un qualcosa che ha poco o niente dell’originale e/o affibbiarsi titoli a cui non si ha diritto e’ secondo me poco serio e, soprattutto, indice della considerazione che si ha del proprio pubblico e dei potenziali compratori. Che lo faccia un mentecatto o Fender poco cambia, si tratta sempre di una scarsa considerazione di chi dovrebbe pagare per i propri prodotti. 

Non è inventando titoli o spacciando un prodotto mediocre come il frutto di una attenta ricerca che si venderà meglio lo strumento. Inventarsi una presunta nobiltà non renderà il prodotto più vendibile, ma solo più ridicolo il venditore/produttore.

Chiudo la vena polemica odierna.


Last modified on Sunday, 26 April 2015 16:54

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