Al momento questo passaggio è molto fumoso e poco chiaro. Non si capisce se sia solo una formalità (come già successo in passato al cambio del principale partner locale, quando negli anni novanta si passò da Fujigen a Dyna Gakki) oppure un cambio completo di posizionamento, con l’eliminazione completa (o quasi) della produzione nipponica. Potrebbe essere un momento di passaggio da un modello di business basato su partner esterni alla creazione di un vero e proprio centro produttivo di diretta proprietà di Fender (come per gli Stati Uniti ed il Messico), ma potrebbe anche essere la fine di una fantastica avventura.
Sul sito sono presenti alcuni prodotti indicati come “Japan Exclusive”, senza specificare dove effettivamente siano prodotti.
A mancare sono soprattutto quegli elementi che avevano fatto di Fender Japan un unicum nella galassia Fender, capace di interpretare in maniera autonoma il mercato ed in grado non solo di proporre strumenti unici e mai pensati dalla “mamma” (per esempio il Fender Jazz Special Bass, di cui abbiamo parlato su queste pagine tempo fa), ma di anticipare il mercato intuendo la necessità di riproporre gli strumenti storici, quelli che hanno fatto la fortuna del marchio, senza però limitarsi a Telecaster, Stratocaster e Jazz Bass.
Per chi desiderava una Mustang, Fender Japan era un sogno… tanti modelli e, soprattutto, tantissime opzioni per la finitura.
La collezione di reissue dei modelli storici (che, come detto, anticipò la casa madre di anni nel leggere questa domanda del mercato) era la caratteristica principale del marchio: ogni anno venivano proposti nuovi modelli creati sulle specifiche di uno specifico anno e riproducendole in maniera fedele (molto più fedele di quanto faccia Fender USA o, peggio, Fender Mex). Prodotti di qualità (ad eccezione forse dell’elettronica, incredibilmente il perenne punto debole di questi strumenti) ad un prezzo decisamente interessante e con un occhio di riguardo per noi mancini: non tutti i modelli avevano la versione mancina, ma una buona percentuale.
Il nuovo corso già si vede sul sito: come detto, al posto di questi prodotti unici e delle riedizioni, sono stati messi nuovi strumenti “Japan Exclusive”. Se però questo è il mattino di una nuova era, i presagi sono completamente negativi.
Per esempio, guardiamo questo strumento: http://fender.co.jp/guitars/telecaster/classic-70s-tele-ash-left-hand-maple-fingerboard-natural/
A prima vista, vedo subito una serie di incongruenze:
1) Negli anni settanta si usavano sellette diverse da quelle scelte per questa 'riproduzione'
2) gli abbassacorde erano due e non uno solo al tempo e peraltro quello sulle corde acute era leggermente piu' distante dal capotasto
3) il circuito non lo vedo ma potrei scommetterci che non è quello degli anni settanta (con il potenziometro da 1Meg ed il condensatore da 1000pF a fare da treble bleed)
4) la spalla 'alta' del corpo va ad intersecarsi col manico al 17esimo tasto, mentre negli anni settanta l'intersezione era sul 16esimo
5) lo shape del manico sarebbe da analizzare (parla di "slim C", ma non so in questo caso cosa si intenda di preciso)
Non una riedizione fedele, insomma.
Vedremo nelle prossime settimane (o nei prossimi mesi) come evolverà la situazione, sperando in notizie positive. Nel frattempo, un consiglio: se avete qualche soldo da parte e state pensando di prendere uno strumento nuovo, non pensateci due volte ed accaparratevi quello che e’ ancora disponibile.