BurnFX negli anni ha proposto diversi pedali, con l'obbiettivo di non limitarsi a degli sterili cloni o a fare l'ennesima riedizione della stessa minestra scaldata, ma ha avuto il pregio di cercare una propria linea e una propria originalità. In un mondo di cloni su cloni, uno che dedica tempo per sviluppare ex novo progetti è di sicuro un qualcosa di meritorio.
Il pedale che andiamo a raccontare oggi non fa differenza rispetto a questa filosofia.
Nato con l'idea di andare nella direzione del suono sviluppato da Pete Cornish per David Gilmour tramite il suo P-2. Un pedale mitico su cui si basa molto del suono usato dall'ex chitarrista dei Pink Floyd per fare il suo riconoscibilissimo suono.
BurnFX per questo progetto ha scelto di usare più l'orecchio che Google, andando a ricostruire il circuito usando un approccio di reverse engineering e di analisi e ricerca. L'obbiettivo non era fare un clone, ma qualcosa che avesse quella matrice ma che non si limitasse ad una banale copia senza la firma di Cornish. Il risultato è un pedale originale, con un suono chiaramente ispirato al Big Muff da cui trae origine. Il circuito di partenza è la versione del Civil War (che personalmente è il Muff che preferisco), adattato per andare nella direzione della definizione e della dinamica tipica del P-2, molto più ampia rispetto al tipico suono Muff. Non un clone, ma un suono chiaramente impregnato del suono di Gilmour, ma non necessariamente incatenato aa esso.
Il pedale, già dalle prime note suonate, fa subito capire quanto risponda al tocco. Non appiattisce il suono rispondendo appunto al modo in cui stimoli la chitarra. Non copre o appiattisce, permettendo a chi lo suona di scegliere l'approccio più adatto, nota per nota.
Quando l'ho preso il mio primo pensiero era quello di un pedale che avrebbe sostituito il clone del Civil War che ho nella mia effettiera (oppure andare a svolgere lo stesso ruolo tra i pedali che uso in un'altra effettiera). La grande sorpresa è che se la matrice è chiaramente quella di un Muff, il risultato era diverso rispetto al mio riferimento. Il suono più medioso, più gonfio in quella fascia di frequenze, senza perdere di definizione o colorare troppo. E' più presente, dando un senso di sonorità leggermente più moderno ma sempre con l'impronta dell'originale. Oltre a questo è evidente il lavoro per dare maggiore dinamica e definizione al suono.
Anche quando il gain e il volume sono tirati al massimo, il risultato è sempre intelleggibile e definito. Non finisce mai in una distorsione cacofonica e indefinita, mai si perde in scoreggie o rumore fine a sè stesso. Tutto questo nonostante abbia tantissimo gain, molto ma molto di più del mio clone del Civil War. Se con la Telecaster e il clone ottenevo suoni dal sapore molto vintage, con il Floyd Muff ho uno spettro di ulteriori sonorità. Sono pedali che si affiancano, non che si elidono.
Lo switch per selezionare il bass cut tra tre soluzioni disponibili permette di adattare al meglio il pedale al proprio gusto o all'ampli.
Di sicuro il Floyd Muff è uno dei migliori Muff o ispirati ai Big Muff che abbia mai avuto tra i piedi, con la capacità di passare da suoni molto morbidi e cremosi ad una distorsione acida e piena.