Continuiamo il nostro viaggio tra i circuiti che ho progettato per la Gibson Black Beauty 3HB.
Stasera proponiamo una idea molto particolare, che ha come obbiettivo quello di garantire al musicista tutti i suoni classici di una Les Paul e non solo.
Continuiamo il nostro viaggio tra i circuiti che ho progettato per la Gibson Black Beauty 3HB.
Stasera proponiamo una leggera variazione di quello presentato nella prima puntata.
Lo ammetto: ho sempre avuto un pallino per la Gibson Black Beauty, nella sua versione con 3 pickup. Bella, bellissima da vedere forse un po' meno forse da mantenere (si sporca con niente).
Quello che non ho mai amato di questo strumento e' il circuito elettrico e le scelte fatte dalla casa madre: scelte che la rendono cupa come suono e che non permettono di sfruttarne le potenzialita' che ha in se'. Configurazione che inoltre ha un peccato capitale: non permette di utilizzarla come fosse una Les Paul normale. Ovviamente, non potevo resistere a progettarne una serie di possibili varianti e disegnare innumerevoli circuiti.
Schermare gli scassi degli strumenti musicali elettrici e' quantomeno fondamentale per limitare l'impatto dei campi elettrici esterni e quindi limitare la presenza di rumore indesiderato.
Rispetto agli articoli che abbiamo pubblicato abbiamo utilizzato dei fogli di rame o di alluminio per creare la schermatura.
Stavolta descriveremo la procedura da eseguire per creare una schermatura basata su vernice conduttiva.
Spesso, quando chiedo come sviluppare o migliorare uno strumento, certi particolari risultano indigesti. Il mio obbiettivo e' quello di fare uno strumento realmente su misura per il proprietario, che al meglio si adatta ai suoi gusti ed alle sonorita' che ricerca.
Uno dei problemi principali e' quello relativo ai condensatori. Essi, come gia' raccontato, hanno un impatto forte sul suono finale dello strumento, ma rimangono un componente molto sottovalutato, persino dai migliori liutai. Spesso persino gli utenti stessi ne ignorano l'importanza e, quando chiedo cosa mettere, non sanno che rispondere (anche perche' il 90% e oltre dei musicisti nemmeno sfruttano i potenziometri del tono).
Per aiutare in questa scelta, ho sviluppato un circuito semplicissimo, che permette di provare piu' condensatori in un colpo solo, in modo da saggiarne subito l'impatto e capire quale si adatti meglio al proprio ideale di suono e quale invece sia da evitare.
Fender, dopo l'uscita di CBS e grazie all'operato di Schultz e del suo staff torno' al ruolo che gli spetta, ovvero di un produttore in grado di unire moderno e classico, di rileggere i propri modelli di maggior successo in funzione di cio' che i musicisti richiedono ora.
In quest'ottica e' da leggere l'ultima evoluzione della Telecaster. Nel 2000 la American Standard subi' una decisa revisione nella circuitazione, in modo da adattarsi meglio al mercato ed alla domanda.
L'uso e soprattutto l'abuso di uno strumento non e' solo causa del deterioramento del vostro fido compagno, ma anche di quelle parti o quei componenti che servono al suo normale utilizzo, come ad esempio tracolle e cavi.
Credo sia normale osservare che dopo qualche anno di intenso utilizzo le fibbie delle tracolle comincino a perdere di forza e quindi non trattenere come dovrebbero il perno su cui viene fissato lo strumento. Una possibile soluzione e' l'uso degli strap-lock, che pero' e' totalmente inutile quando il buco e' diventato troppo grande.
In questo piccolo contenuto spiegheremo come dare nuova vita alla vostra tracolla, o per lo meno a limitare i danni.
Questa settimana mi e' stato chiesto di riparare un Fender Jazz Bass Special.
E' un basso molto particolare, prodotto a cavallo di metà anni ottanta in Giappone. In quel periodo la Fender Japan godeva di una certa indipendenza rispetto alla casamadre americana, che l'aveva portata per esempio ad intuire e dare soddisfazione a quella platea di musicisti che chiedevano strumenti di qualita' che richiamassero i prodotti storici di Fender, lontani dal basso livello a cui la CBS aveva abituato. La creativita' del branch giapponese non si limitava ai soli strumenti reissue... furono prodotti diversi strumenti molto particolari e abbastanza creativi.
I continui spostamenti, l'incuria, le mani sbagliate sono cose che possono lasciare il segno sui vostri strumenti… spesso in maniera fisica! Graffi, sfregi o segni sulla finitura del vostro strumento sono figlie spesso di una combinazione di tali elementi, oppure solo sfortuna… anche il musicista più maniacale ed attento alla cura dei propri giocattoli può inciampare nel gradino di una scala (ehm… i riferimenti sono puramente casuali) oppure trovarsi il proprio basso sfregiato dal passaggio della persona sbagliata (anche qui i riferimenti son puramente casuali).
Alcuni considerano questi segni come delle medaglie guadagnate sul campo. Per tutti gli altri, e' possibile eliminare queste "medaglie", almeno per quanto riguarda quelle superficiali.
Il 1987 fu un anno importante per la Fender Music Instruments Company… nata un paio di anni prima, aveva scontato duramente il fatto che nell'accordo che sanciva la fine della CBS era non fossero stati inclusi gli stabilimenti produttivi ed i macchinari. Furono creati nuovi stabilimenti, che pero' impiegarono 18 mesi per entrare a regime produttivo.
Fender inoltre scontava i risultati di vent'anni nelle mani della CBS, la cui politica di contenere i costi a discapito della qualità dei prodotti aveva appannato la stella del marchio, portandolo in un progressivo declino di consensi, sia per la scarsa qualità dei prodotti offerti che per l'abilità di altri produttori di interpretare meglio le nuove esigenze ed i gusti del tempo. A questo si aggiungeva il momento storico, in cui la progressiva delocalizzazione delle industrie manifatturiere non aveva lasciato intatto nemmeno il settore degli strumenti musicali. In poche parole, ci si domandava se fosse ancora possibile una produzione statunitense di tali strumenti.
In questo quadro, tutt'altro che roseo, il margine d'errore per il nuovo management di Fender era pressoché nullo. Sbagliare strategia sarebbe significato perdere forse l'ultima possibilità di invertire la parabola di declino del marchio. Sbagliare poteva essere la fine della corsa.
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