Lo Yamaha DG-Stomp nasce a fine anni novanta, nel periodo probabilmente peggiore per lanciare un preamplificatore con effetti digitali. Quello era un periodo di piena restaurazione. Dopo anni di multieffetto, rack et similia, i chitarristi erano tornati a guardare all'analogico ed ai pedalini singoli come soluzione perfetta per cesellare il proprio suono. Erano gli albori del mercato dei pedali e in particolare dei pedali boutique che vediamo oggi. Alcuni dei produttori affermati oggi muovevano i primi passi allora.
Al tempo, più o meno a ragione, vigeva l'assioma "effetto digitale = merda". Solo pochissimi effetti digitali erano accettati, più spesso come male necessario che per reale considerazione di qualità (per esempio i delay digitali, unico modo per avere un delay oltre le centinaia di millisecondi). Questa nomea era data soprattutto da una serie di prodotti neanche lontanamente all'altezza degli equivalenti analogici. Degli scatoli più o meno ingombranti, con tanti suoni dentro e pochi realmente usabili (mi ricorderò sempre l'amico di mio fratello che aveva descritto così i preset nel suo multieffetto: "distorto cacca", "distorto un po' meno cacca (ma sempre cacca)", "distorto inutilizzabile", "distorto super cacca", "distorto scoreggia" e così via). Molti suoni freddi, in opposizione a ciò che il chitarrista medio cercava.
Uscire in quel periodo con qualcosa di digitale e sperare in un successo commerciale significava essere degli inguaribili ottimisti o amanti del pericolo. Scegliere poi di aggredire la parte alta del mercato con un prodotto dal prezzo importante (al tempo costava tra le 400 e le 500 mila lire, non proprio un prezzo popolare) rese la via del successo commerciale per questo preamplificatore ancora meno semplice. Commercialmente fu un insuccesso abbastanza evidente (rimase a catalogo pochissimo), ma col senno di poi fu fondamentale per mostrare la via e aprire una breccia.
Effettivamente questo era uno strumento di fascia alta, con alcune soluzioni per certi versi innovative. Compatto, in grado di memorizzare una serie di preset, con pochi effetti digitali ma ben pensati e ben progettati, a cui si univa un sistema di simulazione di amplificatore e cassa. Che si rivolgesse ad una utenza professionale lo si capisce anche da una serie di dettagli, come la possibilità di essere gestito via MIDI o l'uscita digitale coassiale.
Soprattutto la parte di simulazione dell'ampli per il tempo era veramente avanti. Qualitativamente mostrò per la prima volta la possibilità di avere ottimi (per il tempo) suoni pure da un pre digitale. Aprì la via a soluzioni qualitativamente migliori (e al tempo impossibili tecnologicamente) che avremmo visto anni più avanti. I vari simulatori di alto livello che stanno avendo gran successo oggi devono di sicuro qualcosa al DG-Stomp. Se confrontato con le soluzioni moderne è ovvio che mostri tutto il peso di 20 anni di evoluzione tecnologica e di ricerca, ma per il tempo era una soluzione di alto livello.
Yamaha scelse una serie di ampli storici da prendere a modello, senza pretese di assoluta fedeltà. Cosa onesta, vista la tecnologia del tempo. Il DG-Stomp propone infatti 8 simulazioni di amplificatore, senza dire esplicitamente a cosa facciano riferimento (questo è argomento/speculazione da forum. Yamaha non ha mai dato, volutamente, una definizione specifica per ogni suono. Che i due preset clean siano un 'omaggio' agli ampli Fender (ipotizzo Deluxe e Twin), che i due Crunch e probabilmente i drive siano qualcosa nel territorio Marshall/Vox/Hiwatt, mentre i due lead sono visibilmente ispirati ai Mesa è deducibile, ma non dichiarato esplicitamente.
Cosa molto interessante, soprattutto se si pensa che si tratta di un oggetto di fine anni novanta, è che oltre al simulatore dell'amplificatore è presente anche un simulatore di CAB, con la possibilità di scegliere tra una dozzina di soluzioni diverse.
Lo Yamaha DG-Stomp suona decisamente bene ed era una delle migliori soluzioni digitali del tempo, probabilmente la migliore. Le simulazioni di ampli e cab non so fino a che punto possano essere fedeli e sovrapponibili, ma in cuffia suonano bene.
Gli effetti proposti sono pochi, divisi in quattro famiglie (uno solo per famiglia), ma hanno una loro sonorità.
Il DG-Stomp propone compressore, modulazioni (phaser, chorus, flanger, rotary speaker, tremolo), delay (a scelta tra un delay 'non classificato' e una simulazione di delay a nastro) e riverbero (con tre modalità: Hall, Spring o Plate). Ognuno di questi elementi può essere gestito tramite una serie di potenziometri, con la possibilità di salvare il proprio preset e poterlo richiamare. Nel caso si richiami un preset, la cosa molto comoda è che lo stomp salva anche il valore dei potenziometri al momento del salvataggio. Se tocchi un potenziometro, il valore di quest'ultimo ha la prevalenza sul preset, in caso contrario vale quanto impostato originariamente. Una soluzione comoda per salvare un suono specifico quando lo si trova e poterlo richiamare semplicemente quando serve.
Di suo sono presenti tanti preset, alcuni con evidenti richiami al riferimento originale ("Van Hallo", "Another Brick", "Close to The Edge", "Santa Ana", "ZZBlues", "Southern man", giusto per dirne alcuni). Ecco, forse la parte di preset è secondo me la cosa meno riuscita della soluzione: girare tra i preset non è proprio intuitivo, salvarli e modificarli ancora meno.
Onestamente? Io la uso per il 100% in modalità "manual", ovvero interagendo direttamente coi potenziometri e senza usare preset. Ne ho salvato uno molto minimale, che però a dire il vero non uso mai. La modalità manual è semplice, comoda, user friendly e al 100% perfetta per come uso io questo preamp. Per quel che vale, l'uso nota particolare di merito alla simulazione del delay a nastro (che amo molto usare negli arpeggi) e anche alcuni settaggi del riverbero non sono male.
Confrontarlo oggi con un Helix, un Kemper o uno Strymon è scorretto. Rispetto a questi è ovvio che non possa reggere nemmeno minimamente il confronto. Secondo me però ha una sua applicazione in contesti non professionali o come sostitutivo della propria strumentazione.
Io personalmente lo uso molto in questo periodo per suonare in casa, in cuffia. Se usato in questo modo può secondo me essere ancora oggi un ottimo prodotto, soprattutto per il costo che ha sul mercato dell'usato (se cercate lo potete trovare ben sotto i 100 euro. Il mio l'ho pagato 80 euro). Per quel prezzo avrete un processore che vi darà buoni suoni senza la necessità di svenarsi. Ovvio che per 80 euro non potrete aspettarvi un Kemper, ma come soluzione alternativa all'ampli per suonare in casa è per me valida. Il fatto poi di avere anche l'accordatore cromatico in questo non guasta.
La userei in situazioni live o come sostitutiva della mia pedaliera o per registrare qualcosa? Quasi certamente no, ma non l'ho presa con questo obbiettivo.
Suoni fedeli? Boh, mi basta che quando ci gioco suoni bene. Quando ci gioco il mio obbiettivo non è "questo deve simulare esattamente il mio Twin Reverb Silverface" ma avere qualcosa che suoni bene con i miei strumenti e mi permetta di giocare senza rompere le scatole a mezzo palazzo.