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s l1600 7Sfogliare per la prima volta il nuovo catalogo dei prodotti Fender nel 1971 (QUI potete sfogliarlo anche voi) per un negoziante di strumenti musicali deve essere stata una sorpresa... appena aperto, già a pagina 2, capeggiava la nuovissima Telecaster Deluxe, la nuova chitarra di punta della famiglia. Il negoziante deve aver strabuzzato gli occhi ed essersi domandato se fosse uno scherzo o se stesse sognando: si trattava di una chitarra Fender con due Humbucker. Le mascherine cromate dei pickup riportavano il logo Fender inciso, come a dire "no, non è un errore. E' davvero un prodotto Fender".

Già in copertina capeggiava una Tele Custom (che nel catalogo sarà presentata a pagina 9), in modo da far subito chiara la novità del giorno: Fender aveva deciso di 'invadere' il campo storicamente appannaggio di Gibson e proporre la propria soluzione.

Una Telecaster con un humbucker era qualcosa di rivoluzionario per il tempo: non se ne era mai vista una e manca ancora tempo prima che Keith Richards monti un P.A.F. su uno strumento regalato da Clapton, creando uno degli strumenti più iconici del rock, la "Micawber". Deve essere stata veramente una sorpresa, frutto di anni e anni di lavoro.

Durante la seconda metà degli anni sessanta, in Fender si era iniziato a parlare di humbucker sui propri strumenti. Già allora il dualismo con Gibson si giocava sui pickup: da una parte Fender coi suoi single coil molto più sensibili al tocco e con una dinamica maggiore, dall'altra Gibson coi suoi humbucker più potenti e compressi e soprattutto meno proni a ronzii e rumori di fondo. Anche il bacino storico di musicisti che normalmente preferivano strumenti Fender, iniziavano a mostrare sempre più interesse verso le chitarre della concorrenza. Bisognava correre ai ripari.

Se non hai la forsa di inventare qualcosa di nuovo, compra chi può farlo: in puro stile americano, a gestire il progetto fu preso Seth Lover, uno dei due inventori degli humbucker (sul dualismo tra Lover e Gretsch torneremo in un altro articolo). A togliere ogni remora, un aumento del 25% della retribuzione rispetto a quello che Gibson gli pagava. 

20160129131556 eeb7176f xlL'idea era semplice: chi se non l'inventore della soluzione migliore dell'avversario poteva crearne una migliore per i propri prodotti?

A Seth Lover fu data una missione complessa: non doveva fare una copia esatta della propria invenzione precedente, ma crearne una evoluzione in grado di superarla, dandogli maggiore dinamica. Doveva essere un humbucker e conservarne i vantaggi in fatto di eliminazione del rumore di fondo, ma al contempo doveva andare nella direzione del 'classico' suono Fender. Non una cosa semplice.

Seth partì ovviamente dal design del suo prodotto più famoso e iniziò ad evolverlo per ottenere quanto richiesto. Cambiò la dimensione delle bobine, rendendole più generose (a parità di induttanza si fanno meno giri), per poi concentrarsi sui magneti: gli humbucker sono composti da una serie di viti a contatto con una barra di AlNiCo, una lega magnetica formata da Alluminio, Nickel e Cobalto (ne abbiamo già parlato in passato, qui). Era tutt'ora convinto (e lo rimarrà per sempre) che fosse la tipologia di magneti migliore per questo tipo di strumenti (sia dal punto di vista sonoro che economico), ma aveva un difetto molto grosso: è una lega molto 'morbida', impossibile da lavorare. Fare delle viti di AlNiCo era fuori discussione, si sarebbero rotte prima ancora di aver finito di creare il pezzo. 

Scelse allora di virare sul CuNiFe, una lega basata su Rame, Nickel e Ferro. Rispetto a quella usata fino ad allora aveva caratteristiche sonore simili (leggermente meno tagliente, ad essere precisi), ma decisamente più semplice da lavorare. Questo gli permise di realizzare delle viti in materiale magnetico, l'ibrido che aveva in testa tra i magneti tipici del design dei pickup di Leo Fender e le viti ad altezza aggiustabile caratteristiche degli humbucker.

Si lavorò a lungo sul design, sull'isolamento, sulla protipizzazione e infine sul processo produttivo. Il risultato fu un humbucker vero, dal caratteristico hum cancelling, ma dotato di una dinamica fino ad allora mai vista o, meglio... mai sentita. Ovviamente non aveva tutta la dinamica di un single coil, ma di sicuro era lontano dalla compressione dei P.A.F. di casa Gibson. Un pickup che aveva un carattere suo e che non a caso fu denominato "Wide Range", proprio a celebrare il risultato ottenuto.

Il mercato non premiò questo lavoro. Citando un altro articolo, gli Wide Range sono figli degli anni settanta e negli anni settanta rimasero, uscendo di produzione nel 1979. Furono il cuore di una delle chitarre più belle come design mai prodotte da Fender, la Starcaster, che al tempo fu un fiasco clamoroso. Solo negli ultimi 15 anni, grazie a alcuni chitarristi della scena indie, sono tornati a riscuotere interesse ed uscire dall'oblio in cui erano stati forzosamente riposti.

fender starcaster sb 1976 cons full front

Fender è stata letteralmente 'obbligata' a produrre delle reissue sia della Telecaster Deluxe che della Custom. Qualche anno fa a queste si è aggiunta la reissue della Starcaster, oggi assunta a oggetto di culto con valutazioni fuori da ogni logica. 

CUNIFE REPLACEMENT fender PICPer questi strumenti sono stati prodotti dei nuovi Wide Range. Ovviamente, cosa tipica delle riedizioni di Fender da qualche anno a questa parte, hanno poco a che fare con l'originale. In poche parole, sono degli humbucker 'classici' con delle maschere più grandi. I magneti sono delle barre AlNiCo poste a contatto con delle viti. In puro stile tafazziano, Fender ha anche ulteriormente castrato questi pickup usando potenziometri da 250K a gestirli, invece di dei più consoni 500K (nei circuiti originali degli anni settanta usava dei pot da 1MEG). Se, leggendo le recensioni, notate che di tutti i prodotti basati su Wide Range si parla di "suono chiuso", ora sapete perché. Sarebbe bastato usare una circuitazione più adatta ad un humbucker).

I pickup originali del tempo sono schizzati a prezzi assurdi: oggi (marzo 2019) per acquistare un Wide Range originale degli anni settanta dovete mettere in conto di spendere non meno di 300 euro a pezzo, al netto di sdoganamento e spedizione, e il prezzo è in continua crescita (nel giro di poco più di un anno è cresciuto del 30%). E' una bolla? Continuerà a salire? Crollerà? Non ne ho idea. Quello che posso dire è che, se avete la possibilità di provarne uno su un Twin di fine anni sessanta-inizio settanta (ovvero l'ampli per cui era pensato), difficilmente rimarrete impassibili e non impressionati: la dinamica è enorme (soprattutto se comparata ad un humbucker 'classico'), il suono piacevole e pulito, con tanto volume (anche grazie ai poteziometri da 1 MegaOhm) e un suono nitido e riconoscibile. Se vi piace il tipico suono Fender, questo pickup potrebbe piacervi tantissimo. Quando l'amplificatore va in saturazione è un piacere. Certo, non credo sia così usabile assieme a un Fuzz (a meno di usare un Fender Bassman o un ampli derivato da questo) quanto una 'classica' Telecaster.

Detto che i Fender '72 Wide Range Reissue non sono nemmeno lontani parenti degli originali, nel tempo sono cresciuti diversi produttori di pickup boutique che hanno offerto prodotti decisamente più degni e interessanti. A onor del vero nessuno attualmente è in grado di proporre delle riproduzioni perfette: il CuNiFe è letteralmente uscito dal mercato. Nessuno più lo produce, per via degli alti costi di produzione che non sono affetti da economie di scala. Nell'uso industriale è stato sostituito dal FerNiCo, una lega basata su Ferro, Nickel e Cobalto. Fino a qualche anno fa (e a prezzi non proprio economici) c'era solo un produttore, Telenator, a offrire una soluzione basata su CuNiFe. Anche loro hanno dovuto alzare bandiera bianca.

wideRangeMagnetiCurtis Novak, Fralin, Mojotone, Creamery, Lollar, Seymour Duncan sono alcuni dei nomi di produttori che offrono proprie soluzioni nell'ambito 'Wide Range', ognuno con le proprie peculiarità. Importante però che sia chiara una cosa: il vincolo sulla creazione di viti magnetiche permane. Ancora oggi è impossibile creare delle viti in AlNiCo V. Sono soluzioni dove si è scesi a compromessi, usando leghe diverse (come ad esempio il FeCrCo) o bilanciamenti tra i componenti variati. La ricetta magica non è ancora arrivata.

Giusto per chiudere, rispondo esplicitamente a una domanda che probabilmente qualcuno si sarà fatto: "esistono versioni mancine di questi pickup?" NO. Non esistono. Nè gli originali nè le reissue (sia Fender che di altri produttori) hanno mai fatto una variante mancina. Chi vuole montarli, monta quelli destri, nonostante i magneti e le scritte risultino così 'al contrario'.

Altra domanda: "posso mettere un Wide Range in luogo di un humbucker normale?" NO. Il Wide Range ha dimensioni decisamente superiori a quelle di un humbucker normale. Per farlo è necessario allargare gli scassi e modificare eventuali battipenna o recuperare mascherine nuove (per un progetto ho dovuto farle fare totalmente custom usando una stampante 3D).

Ultima cosa: se per caso vi imbatteste in dei Wide Range originali, MAI cercare di smontarli a meno che siano già guasti e non funzionanti. Sono pickup molto fragili e la probabilità di danneggiarli irreparabilmente è alta. Lasciatelo fare a chi li conosce bene e sa come aprirli senza rovinarli.

 

Per realizzare questo articolo ho usato le seguenti fonti:

Creamery Wide Range Thinline Tele Humbucker Upgrade Japanese Reissue 3LIBRI:

The Fender Telecaster - The detailed story of America's senior solid body electric guitar

Six Decades of the Fender Telecaster

 

Articoli sul web:

https://www.ultimate-guitar.com/articles/features/the_fender_wide_range_humbucking_pickup_past_and_present-40476

https://www.musicradar.com/news/everything-you-need-to-know-about-fender-wide-range-humbuckers

https://reverb.com/news/dont-fence-me-in-the-fender-wide-range-humbucker-family

http://www.gretsch-talk.com/threads/got-an-interesting-email-from-curtis-novak.171646/


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