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BlendPot17Oggi presentiamo un progetto di wiring alternativo per strumenti stile Les Paul. Invece del classico switch a tre vie, per gestire i pick-up inseriamo un particolare potenziometro, detto blend. Esso e' formato da due potenziometri 500k concentrici, con un blocco a meta' via. Esso permette di miscelare i pick-up tra di loro in maniera proporzionale a come si muove tale pot, dando maggiore enfasi ad uno od all'altro trasduttore.

IMG 9613Dopo l'articolo relativo ai metodi da adottare per togliere la finitura ad uno strumento, iniziamo a parlare su come invece finire uno strumento, sia partendo dal legno grezzo che da uno a cui e' stata tolta la vernice precedente.

Ci sono diversi prodotti disponibili ed utilizzabili per finire la propria chitarra, ma per scelta noi ci concentreremo sulla "classica" finitura alla nitro. Ovviamente, con pochi accorgimenti, potrete adattare quanto raccontiamo in questo e nei prossimi contenuti ad altre tipologie di vernici e di finiture utilizzate.

IMG 9468"EB" e' una Fender Stratocaster che mi accompagna da una vita oramai. La acquistai per due lire. Da allora è diventata il mio banco di prova, oltre allo strumento a cui sono più legato. Della chitarra originale oramai c'e' solo il corpo.

EB è la protagonista di alcuni contenuti che appariranno in questi giorni.

Il primo di questi contenuti ha lo scopo di insegnare come eliminare la finitura e la vernice dal proprio strumento e riportarlo allo stato grezzo, sia completamente che in parte.

picture-2-2Diversi produttori, fin dalla fine degli anni venti, avevano iniziato a proporre strumenti elettrici. Fu pero' un perito elettrotecnico californiano a fine anni quaranta a trovare la combinazione giusta per portarli al successo e renderli icone, simboli del rock e imprimere il loro sound caratteristico. Il suo nome era Clarence Leonidas "Leo" Fender.
Egli iniziò come riparatori di apparecchi radiofonici, per poi passare alla produzione di Lap Steel elettrici. Solo a fine anni quaranta iniziò a progettare la sua prima chitarra elettrica.

Egli aveva idee abbastanza chiare: non doveva essere uno strumento espressamente dedicato ad un genere, doveva essere solido ma congegnato in modo da essere facile da riparare e doveva basarsi su un corpo pieno, solido. Questa scelta nacque parlando con musicisti country (il genere che Leo preferiva), che si lamentavano di come gli strumenti semiacustici del tempo non fossero il massimo per il loro genere, troppo carichi di feedback.

Leo ed i suoi collaboratori lavorarono alacremente, producendo anche alcuni prototipi. Nel 1950 sul catalogo di Radio & Television Equipment Company apparve la Fender Esquire, la prima chitarra elettrica prodotta dalla Fender Electrical Instruments Company.

fe0113020705-xl-02Nel 1985 la CBS annunciò la vendita di Fender ad un pool di persone capitanate da Bill Schultz, ovvero la stessa persona che era stata chiamata al capezzale dell'azienda per invertirne le sorti ed il declino in cui era entrata. Assieme ad altre figure interne a Fender, decise di acquistare marchio, brevetti, linee di produzione estere. Era la fine della cosiddetta "CBS-era".

L'accordo di acquisto però aveva un grosso buco al suo interno: non includeva le linee di produzione, i macchinari e gli stabilimenti americani. Questo fu un grosso problema che rischiò di affossare la neonata FMIC (Fender Musical Instruments Company). Nell'ottobre 1985 fu inaugurato lo stabilimento di Corona, California, che perà impiegò circa 18 mesi per entrare a regime e passare da 7 strumenti prodotti al giorno a 150.
Questo contrattempo avvenne in un periodo non proprio florido per l'industria liutaia statunitense, colpita dalle produzioni estere, in particolare sul segmento medio-basso del mercato. Ci si domandava se avesse ancora senso in quel panorama una produzione di strumenti made in USA, o se di contro essa avrebbe fatto la fine delle produzioni di materiale elettronico, completamente delocalizzate in estremo oriente.
Le scelte fatte nella CBS-era inoltre non facilitavano il tutto (anzi, la pessima qualità dei prodotti messi sul mercato avevano causato la situazione di quel momento), con il pallino del mercato in mano ad altri marchi, che in quel periodo erano stati più bravi ad interpretare la domanda ed il cambiamento di esigenze del mercato.

Schultz e il suo gruppo non potevano sbagliare o perdere molto tempo. Se non avessero preso la scelta giusta, il rischio di non invertire più il declino in cui il marchio Fender navigava.

brianmay358Ci sono strumenti che hanno fatto la storia, fino a diventare icone. Basta solo vederle per legarle a cio che hanno significato: la Fender Stratocaster di Hendrix o la Blackie di Clapton, la Gibson Les Paul Number One di Jimmy Page o la sua SG Double Neck sono ottimi esempi: le guardi e vedi la storia del rock. Lo stesso discorso si potrebbe fare per il Fender Jazz Bass di Pastorious, il basso Hofner di McCartney e altre centinaia di strumenti.
Tra questi, un posto di diritto spetta alla Special Red, la chitarra con cui Brian May creato il suo suono caratteristico e scritto tutti i pezzi che l'hanno reso un Guitar Hero.

Rispetto agli altri strumenti menzionati, questa chitarra ha una storia tutta particolare: non è un prodotto commerciale o comunque prodotto da un liutaio professionista, ma da Brian May stesso e suo padre nel 1958.

3374307029 75d2d10ecf oCon l'avvento di Dan Smith, Fender sembrava aver trovato la rotta e forse capito quale era la via da prendere per invertire la fase di declino in cui era entrata. La nascita della Standard Stratocaster fu un segno positivo, seguito dall'avvento delle Stratocaster 57 e 63 reissue, ovvero delle riproduzioni fedeli (introdotte a furor di popolo) degli strumenti che trasformarono la Strato da una chitarra elettrica ad essere LA chitarra elettrica e, prima ancora, un simbolo.

La strada sembrava quella giusta, per questo probabilmente in Fender ebbero la brillante idea di introdurre una nuova versione della Standard Stratocaster, che acuiva tutti i motivi di disaffezione per questo brand, che tutt'ora rimane il punto più basso mai toccato nella CBS-era.

pups1L'era CBS è da sempre considerata un momento nero per la Fender. Tale nomea, a conti fatti, non è così immeritata.
In quel periodo l'obbiettivo primario fu ridurre i costi in ogni modo, a discapito della qualità dei prodotti messi sul mercato.
Si arrivò al punto di avvitare i manici con tre viti invece di quattro, per risparmiarne una, l'idea di fare corpi meno sagomati per risparmiare lavoro, e a prodotti come la Stratocaster 83-85 (che vedremo in uno dei prossimi articoli), considerato (non a caso) il punto più basso mai raggiunto da questo strumento.

glp2012Nel 2012, per celebrare il sessantesimo compleanno della Les Paul, la Gibson ha proposto un restyling della versione standard, introducendo una serie di modifiche. Quella più visibile è la reintroduzione del manico asimmetrico, in cui il profilo risulta avere la forma di una virgola, con la parte superiore molto più tonda mentre la parte inferiore richiama il profilo dei manici v-shape. Una scelta non originale, che per esempio era quella preferita di Stevie Ray Vaughan per i manici dei propri strumenti (non a caso si parla di "manico SRV"). Le modifiche apportate sono state riproposte sulla versione 2013, di cui parliamo oggi.

A livello di circuito, abbiamo l'introduzione di quattro potenziometri push/pull, ognuno con una funzione specifica:

IMG 9045Il Dyna Comp è uno di quei pedali che, fin dalla loro introduzione negli anni settanta, son riusciti a trovare un loro posto e diventare uno standard de facto del mercato, con cui qualsiasi concorrente viene confrontato e paragonato.

MXR era un'azienda che nacque a New York ad inizio anni settanta e che si ricavò subito una discreta fama e nicchia di mercato proponendo effetti e strumenti per chitarra di qualità e molto solidi, come ad esempio il Phase90, tutt'ora il punto di riferimento per qualsiasi phaser e il quipresente Dyna Comp. In seguito fu acquisita da Jim Dunlop, che curò la produzione delle reissue della linea storica a cui aggiungere qualche nuovo prodotto creato secondo la stessa filosofia di qualità che ha reso famoso il marchio MXR, come ad esempio il celebrato Carbon Copy Delay.

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