Seguendo l'esempio del branch Giapponese dell'azienda (storicamente quello più indipendente), in primis si puntò sulla riproduzione di alcuni strumenti storici, come la Telecaster '52.
Come per la Stratocaster, anche per la Telecaster il management aveva intenzione di proporre uno strumento nuovo, che potesse colpire il pubblico e che fosse in grado di dare nuova vita e offrire nuove sonorità alla famiglia di strumenti che per prima aveva dato lustro al marchio Fender. Il progetto fu affidato a George Blanda.
Al NAMM del 1986 fu presentata quindi la Fender American Standard Telecaster, uno strumento che fin dal nome voleva mettere in evidenza la sua provenienza, orgogliosamente americana, sottintendendone la qualità rispetto a quella offerta dalle produzioni orientali.
Rispetto alla American Standard Stratocaster, la Tele aveva poche differenze esteriori: la principale era il manico, che tornava ad avere un headstock dalle forme pre-CBS ed una tastiera di raggio 9.5''. Questo raggio fu scelto come via di mezzo tra il "classico" 7.25'' ed il 12'' tipico dei manici Gibson. Inoltre, rispetto ai "classici" 21, questo e' il primo modello di Telecaster con un manico a 22 tasti.
Oltre ad esso la differenza esteriore principale fu un nuovo ponte: invece del "classico" ashtray, sulla American Standard fu introdotto un ponte a sei sellette, invece delle classiche 3 eventualmente compensate. Questa soluzione fu scelta per ovviare al problema di intonazione delle ottave insito nel design precedente (avendo due corde per selletta, era impossibile fare una intonazione perfetta per entrambe… al massimo se ne poteva avere una), rinunciando ad un po' di sustain.
I pick-up non subirono stravolgimenti. Spesso quello al manico fu proposto senza la copertura metallica, per dargli un tono più chiaro e una maggiore risposta sulle frequenze medio-alte.
Per il corpo si scelse di usare l'ontano, come per le Stratocaster.
La vera novità di questo modello era nel circuito: se per gran parte fu ripreso lo schema oramai in uso da vent'anni, a gestire i toni fu inserito un potenziometro TBX, inventato da Paul Gagon qualche anno prima. E' una soluzione molto particolare: tra le posizioni 1 e 5 si comporta come un normale potenziometro da 250k, comprimendolo in meta' corsa (quando il TBX e' in posizione 5, e' come se fosse a fine corsa su uno normale). Dopo lo scatto del 5, esso inizia ad aumentare la presenza delle frequenze alte e quelle basse, esaltandole.
Grazie anche al particolare momento storico, in primis alla debolezza del dollaro che spingeva e favoriva le esportazioni, il prodotto si rivelò un successo, che diede nuova vita al marchio. Dalla decina di operai, lo stabilimento di Corona tornò a popolarsi, soprattutto di ex dipendenti del periodo CBS, aumentando in breve tempo la produzione fino a tornare ai livelli precedenti.
Di seguito e' riportato il circuito della Fender American Standard Telecaster tra il 1987 ed il 1999. Cliccando su esso è possibile visualizzare una copia della schematica di alta qualità.
Materiale occorrente per realizzare il circuito:
- 2 pick-up single coil Telecaster design (consiglio i Pick-up Fender American Standard se si vuole rimanere più vicini al disegno originale, i Fralin Blues Special se si vuole un prodotto di altissima qualità);
- 1 potenziometro logaritmico da 250k;
- 1 potenziometro TBX 250k/1Meg;
- 1 selettore a 3 vie;
- 1 condensatore da 0.022 uF;
- 1 resistenza da 82k Ohm, 5% tol;
- 1 jack audio mono;
- cavi rivestiti in plastica per creare i collegamenti del circuito.
Le information sono tratte dal Libro "The Fender Telecaster - The detailed story of America's senior solid body electric guitar", di A. R. Duchossoir.