Era da un po' che dibattevo con amici su come il livello delle chitarre elettriche di fascia bassa si sia enormemente elevato rispetto a 20 anni fa. Riprendere in mano le chitarre di allora e analizzarle con gli occhi attuali è una strana esperienza: tanti particolari che allora erano normali oggi si tende a considerarli inaccettabili pure su una chitarra entry level. La chitarra che andiamo a presentare oggi è appunto di questa fascia di prezzo.
Articolo a cura di MICHELE QUIRICONI
Appare nel listino Ibanez a partire dal 1982 nella linea “vintage” (la scritta compare in piccolo sotto il logo sulla paletta). Anche se la forma della paletta subisce una modifica a partire dal 1989
La sigla “V” indica infatti la serie Vintage.
La iFusion Tributer TV52 era uno dei modelli di punta di iFusion, marchio creato da un negozio inglese, The Guitar Emporium. Come fece anni fa Thomann in Germania, anche i ragazzi di TGE hanno provato la via della creazione di un proprio brand da declinare verso un bacino di utenza 'on the budget'. La particolarità di questo negozio fu quella di puntare su strumenti mancini e quindi di creare un'offerta di strumenti semplice, ma specificatamente mancina. Qualche strumento destro disponibile, ma soprattutto chitarre mancine. Una cosa meritoria che però evidentemente non ha pagato, vista la decisione di chiudere maturata nel 2018 e di interrompere l'esperienza.
Un utente abbastanza attivo della comunità mancina italiana sui social, qualche giorno fa, ha pubblicato un annuncio per cercare di vendere uno dei suoi ultimi acquisti. Una chitarra di plastica coi led all'interno del corpo e della tastiera.
Lasciando perdere il fatto (non proprio trascurabile invero) che secondo me quella chitarra non dovrebbe essere vendibile in quanto palesemente contraffatta (riporta il logo Ibanez sulla paletta pur non essendolo), è entrata di diritto nella mia Top 10 delle chitarre più brutte e di cattivo gusto che abbia mai visto.
[Altra recensione con immagini di repertorio. Sorry]
Capita spesso che mi vengano proposti strumenti da migliorare o richieste su cosa fare 'pimpare' il proprio strumento. Spesso mi viene chiesto di eseguire queste modifiche su strumenti Squier o Epiphone. Se per il secondo marchio so di poter contare, almeno nella maggioranza dei casi, su una buona base che regala ampi margini di miglioramento, per la sottomarca di casa Fender ogni intervento è un po' un balzo nel buio. Ogni strumento fa storia a sè e non sempre si può sapere a priori cosa capiterà in mano.
Se con strumenti della serie "Classic Vibe" hai una discreta garanzia di trovarti un'ottima base, spesso migliore rispetto alle messicane di casa Fender, con le altre serie la sorpresa è sempre dietro l'angolo. Sorpresa sia in positivo che in negativo. Ho avuto in mano delle Squier impossibili da suonare, con manici indegni, come strumenti ottimi.
Fender Stratocaster 70s reissue made in Japan
Le stratocaster mancine, forse l’unico modello su cui abbiamo quasi libertà di scelta;questa è la prima recensione di tante, essendo storicamente il mio strumento più utilizzato.
Oggi parliamo della tanto ricercata e famosa serie E (1984-1987) che, vuoi per la rinomata produzione giapponese, vuoi per la concomitanza con il peggior periodo storico (in termini qualitativi) di Fender USA, risultano quasi mitologiche.
Oggi parliamo della chitarra a mio avviso più sexy che il mercato ci offre:
La Gibson ES-335 cherry dot inlays.
Sono stato un felicissimo possessore di questa splendida chitarra, che ahimè ho dovuto poi vendere per finanziare gli studi, in un periodo in cui, in assenza di una band, risultava come un Harley (non Benton) in garage; uno spreco.
O almeno è ciò che mi racconto, a distanza di anni, mentre cerco di non mangiarmi le mani per non averla più nel mio arsenale.
La chitarra la conosciamo tutti, suono super bilanciato ma di personalità, responsiva al tocco, cattiva, dolce, sporca, pulita, ci si fa veramente tutto.
La mia, di cui vedete le foto mentre scorrete nella lettura, era una cherry, con tanto di documentazione e custodia originale. Dalla custodia qualcuno sarà sicuramente risalito alla decade: parliamo di una 90’s, del 1997 per la precisione.
disclaimer: da (mettete insulto di vostro gradimento), nella fretta non ho fatto fotografie. Ergo, per questa recensione, userò foto di repertorio prese principalmente da due annunci (questo e questo). Sorry
Un amico di Lefty.it doveva passare da me per delle modifiche alla circuitazione di un suo strumento. Oltre al giocattolo che necessitava di pickup nuovi mi ha portato il pezzo forte della sua collezione, ovvero una Fender American Vintage 52 Telecaster mancina del 2012.
Cercavo una chitarra acustica comoda, di qualità decente, da affiancare alle mie chitarre elettriche e sostituire la vecchia Zerosette di inizio anni settanta che da sempre uso come acustica da portare in giro. Le idee su cosa volessi erano abbastanza chiare: Non volevo spendere cifre enormi (rimango di preferenza un chitarrista elettrico), volevo uno strumento comodo, a scala corta, meglio se anche a cassa piccola, leggero e magari amplificato. Ovviamente, ca va sans dire, doveva essere mancina.
Prese queste specifiche, mi ero orientato sulla Martin Ed Sheeran Signature, che raccoglieva tutte queste caratteristiche. Ero già orientato all'acquisto, fino a quando parlando con Luca (mio socio nel progetto Lefty), mi consiglia la LXK2.
Come abbiamo già avuto modo di raccontare in un precedente articolo, i pick-up per uno strumento elettrico sono l'elemento centrale, quello che fa la differenza. Un trasduttore di pregio è in grado di valorizzare e far suonare bene qualsiasi strumento, mentre uno scarso non sarà mai in grado di valorizzarne i pregi.
Di questo sono dimostrazione diversi esperimenti fatti in questi anni (vedasi appunto quanto proposto in "legni ed impatto sonoro" ed in particolare l'esperimento fatto da Luca Villani di i-spira). Se una volta si diceva "del tuo budget per il sistema hi-fi, dedicane almeno il 50% ai diffusori", allo stesso modo si può tranquillamente considerare l'idea che una bella fetta del budget a disposizione per il tuo nuovo strumento sia da riservare ai pick-up.
La scelta quindi del trasduttore giusto, che meglio si adatta alle proprie necessità ed all'idea di suono che abbiamo in testa, deve essere quindi prioritaria.
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